Posto sbagliato, momento sbagliato by Gillian McAllister

Posto sbagliato, momento sbagliato by Gillian McAllister

autore:Gillian McAllister [McAllister, Gillian]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2023-06-09T12:41:08+00:00


Ryan

Ryan sta perdendo tempo prima della riunione d’emergenza indetta dalla sergente Joanne Zamo.

Leo, Jamie e Ryan sono in piedi lungo il muro in fondo alla sala riunioni. «Questa è per te», dice Jamie, appena prima che la Zamo inizi a parlare. «OC sta per organizzazione criminale».

«Grazie», dice Ryan. «Lo sapevo».

«Dunque», esordisce la Zamo. Indossa giacca e pantaloni, scarpe basse nere e tiene un caffè in mano. Sposta tutto il peso su una gamba sola ed è chiaro che sta pensando, mentre fissa il pavimento probabilmente senza guardare nulla con la testa bassa. «Stiamo ricevendo delle informazioni dalla sorveglianza. Tutti pronti?».

La sala riunioni ferve di adrenalina in modo insolito. Un poliziotto di cui Ryan non conosce il nome sta sistemando una lavagna e attaccandovi sopra varie cose. Gli altri due so­no al telefono e parlano a voce sempre più alta.

«Okay», dice la Zamo. «La sorveglianza ci ha comunicato che l’OC aveva preso di mira una casa vuota. Poi hanno visto una BMW ferma sul vialetto della casa accanto con le chiavi nel quadro e il motore acceso, così l’hanno presa». Stringe le labbra e ai lati della bocca le compaiono le fossette. «Quello che non sapevano era che la macchina era di una neomamma che aveva intenzione di andare a fare un giro notturno per far addormentare la figlia. L’ha sistemata sul seggiolino e poi l’ha lasciata lì solo per qualche secondo per correre dentro a prendere il telefono...».

Qualcosa si smuove nel petto di Ryan. Riesce a vedere tutto. Il panico. Il terrore. La donna che vede la macchina che parte. Che le corre dietro. La telefonata al 999...

«E adesso sono passate cinque ore. La macchina non è stata avvistata, ma teniamo sotto controllo il porto, dov’era diretta».

Ryan pensa alla bambina insieme ai criminali. O su una nave, in acque internazionali, sul sedile posteriore di un’auto, da sola.

«La sorveglianza sta utilizzando il sistema di riconoscimento automatico della targa per individuarla, anche se sospettiamo che sia stata sostituita. Abbiamo bloccato tutti i traghetti. Adesso non ci resta che trovare la piccola Eve».

Leo lancia a Ryan un’occhiata che lui non riesce a interpretare.

Adesso, immagina, dovrà andare a staccare i nomi dal suo pannello e loro incaricheranno altri agenti della sorveglianza di controllarli tutti, per vedere se riescono a trovare la macchina e la bambina.

Ryan fissa il poster della bambina scomparsa attaccato alla lavagna. Allunga un dito per sfiorarlo. La carta è morbida e sottile.

La bambina è bellissima. Ryan ha sempre voluto avere dei figli. Due, un maschio e una femmina. Sa che è una cosa un po’ all’antica, ma è quello che prova. Due bambini e una donna che lo faccia ridere. Ricostruire una famiglia tutta sua dalle macerie di quella in cui è cresciuto. Se le persone che ti sei lasciato alle spalle se la sono cavata male, creane di nuove, davanti a te.

Ha quattro mesi e gli occhi più belli del mondo, come un leoncino pieno di espressività. Ed è compito suo trovarla.

«Allora, Ryan», dice Leo un’ora dopo. «Scusa per il ritardo.



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